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Dive Expedition
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Gli obiettivi di D.E.S.A.Dare esteso e completo supporto (in ogni forma: tecnica, economica, organizzativa, promozionale, mediatica) a chiunque desideri essere coinvolto in spedizioni subacquee di caratteristica "speciale". Dunque non solo singoli, gruppi, associazioni, strutture ecc. di subacquei di provata esperienza che hanno progetti ambiziosi e interessanti, ma anche tutte le altre parti che possono interagire in tali progetti, a vario titolo e livello. Ricercatori scientifici, imprenditori del settore ed extrasettore, operatori turistici, operatori ambientali, documentaristi, pubblicitari, storici, Istituzioni, sono solo alcune delle parti che possono in D.E.S.A. trovare modo di unirsi intorno ad obiettivi che nell'elemento subacquea spaziano in multiple direzioni. La Ricerca Scientifica. Quella Vera. Sul Campo.Editoriale, Marco BragaQuanto scrivevo su una nota rivista subacquea nell'agosto 2000.
Il discorso non era limitato alla decompressione:
................ era l'agosto 2000.
Settembre 2007 Il tempo passa in fretta, ce ne vuole sempre moltissimo per portare a termine -o anche solo dare inizio- ai progetti. Ma l'importante è non dimenticare il target, perseverare e, pur tardi, arrivare. E siamo "arrivati" il 30 settembre 2007, conil "Technical & Extreme Diving Scientific Research Event", unico sia come proporzioni (non era stato mai fatto tanto precedentemente in nessuna altra parte del mondo, nemmeno negli USA) sia come contenuti (idem, come immersioni e come esami medici) sia per i partners (DAN, Università di Chieti-Pisa-Bruxelles, CNR), per i partecipanti (fra i migliori sub del mondo, Nuno Gomez, Claudia Serpieri, Luigi Casati, JJ Bollanz, Jim Bowden, ecc.) nonchè per gli Special Guest e co-protagonisti (elenco piuttosto nutrito, disponibile su www.desa.ws/PTA-DAN/Report/Report.html).
Il Futuro In quella sede, il 30 settembre 2007, non si voleva -l'abbiamo scritto più volte- effettuare un evento spot. Ma dare inizio ad un "Format" duraturo nel tempo, in modo da offrire davvero risultati seri, che necessitano di dati numerosi e ripetuti. Insomma, il "Technical & Extreme Diving Scientific Research Event" aveva il compito di effettuare lo "Start Up", cioè di mettere in movimento la macchina, ingranando la prima. Vi è riuscito direi degnamente; ora la macchina è accesa e si appresta a percorrere una strada assai lunga però in crescendo di velocità, ingranando la seconda marcia. La seconda marcia innestata è la Fiera Dinamica di maggio 2008, la DDE.www.ddexhibition.org Qui la Ricerca Scientifica potrà aumentare la sua estensione non solo temporale-numerica (3 giorni invece che 1, più subacquei invece che 100 per ogni giorno) ma anche settoriale. Infatti DDE non è riservata alla sola Subacquea Tecnica ma a tutte le discipline subacquee, nessuna esclusa. Un laboratorio sul campo che va dall'apnea all'estremo. Finalmente!
I risultati
Non è che nella subacquea vi siano differenze di approccio rispetto alla ricerca farmaceutica o medica in settori di malattia; so di dire un'ovvietà, ma troppo spesso ce ne dimentichiamo. Dobbiamo saper aspettare; il processo di decodifica e studio non è per nulla simile ad una catena di montaggio, con tempi precisi e tappe preordinate. Nel frattempo non possiamo stare con le mani in mano, diversamente aspetteremo molto di più: la quantità dei dati è basilare e mentre i ricercatori studiano gli input precedenti dobbiamo farne arrivare altri, senza soluzione di continuità. Solo così costruiamo un sistema efficiente.
Le comunicazioni I dati non possono essere pubblicati se parziali e la ricerca non può venire condivisa con il pubblico se ancora "in progress". Ciò infatti porterebbe a pericolose interpretazioni, critiche, e fra le altre cose non lascerebbe neanche più libero il ricercatore nemmeno di smentire se stesso: dovessero insorgere elementi contrastanti le precedenti ipotesi rese pubbliche, questi sarebbero anche inconsciamente sottovalutati e il ricercatore diverrebbe ostaggio degli scritti precedenti, perdendo la libertà e la flessibilità mentale che lo contraddistingue ... e sulla quale tutti noi contiamo. Chi scrive -e se mi si consente dirlo ne è prova l'impegno profuso- è probabilmente (esclusi i ricercatori, ovviamente) chi ha più a cuore i risultati. So bene che si vorrebbero conoscere velocemente, che piacerebbe essere aggiornati a cadenza periodica (come dicevo sulla "progressione" della ricerca, sui "parziali"), e che non avendo questi feedback si ha la sensazione di essere stati dimenticati o di avere lavorato per nulla. Non è così. Sul serio, non è così. Per le ragioni anzicitate, le comunicazioni vanno effettuate a ricerca terminata, o comunque quando alcuni settori di essa sono ben definiti. Allo stato dell'arte, siamo vicini a questo ultimo punto e riteniamo -facendocene un obbligo morale- di poter presentare una strutturata relazione al successivo evento.
Ciò significa, nel dettaglio di quanto già fatto, che una strutturata relazione su quanto scoperto in "Technical & Extreme Diving Scientific Research Event" si avrà durante la fiera DDE, nel maggio 2008. E' questo un preciso ed ufficiale impegno sia dei ricercatori che dell'organizzazione della fiera. Approfitto per rivolgere nuovamente un sentito e caloroso "grazie!" ai meravigliosi subacquei che si sono resi disponibili alla ricerca del 30 settembre 2007. Non vi abbiamo dimenticati e contiamo di darvi un riconoscimento particolare! Grazie!
L'aspetto giuridico dell'evoluzione
Possibilità applicativa dell'evoluzione Prima ho considerato l'aspetto evolutivo tecnico che rappresenta la ricerca scientifica ... se effettuata con un sistema intelligente e con determinati partner. Ma l'evoluzione tecnica deve essere seguita dalla possibilità pratica -intendesi quella legale- di applicarla. L'evoluzione tecnica deve quindi essere condivisa come tale dalle Istituzioni. Viviamo infatti, ci piaccia o no, in una società che ha dei regolamenti e dei principi. Una Ricerca Scientifica reale e con partners di un certo peso che ne diano solidità-credibilità non solo offre le necessarie certezze che le intuizioni siano giuste (... se lo sono) e ne estrapola precisi/sicuri parametri applicativi, ma li convalida anche di fronte alle Istituzioni. Diversamente si salta nel vuoto: non dimentichiamo mai che gli operatori del settore (assistenti, accompagnatori, istruttori, ecc.) hanno precise responsabilità, possono -e devono- essere sottoposti a giudizio delle loro attività. E quando qualcosa va male -purtroppo accade- se si è operato fuori dai confini già accettati (o comunque accettabili dopo molte prove e documentazioni tecniche/scientifiche ineccepibili e solide) si precipita in un incubo.
Il peso giuridico Ovviamente a ciò non si pensa mai, ed è un clamoroso errore perchè esiste la responsabilità penale e civile dell'Istruttore e financo del "Leader dell'immersione" (sub più qualificato-esperto). Può altresì esistere una responsabilità oggettiva della Didattica o della struttura che propone o permette procedure d'immersione non consolidate e spesso oggetto di critiche da vari importanti esponenti della scientific diving community. Chiarisco il pensiero con un esempio pratico che -in questo caso, ma se ne colga il senso generale- riguarda l'Agenzia Didattica che rappresento: PTA non implementa nel suo sistema didattico alcuni innovativi sistemi di calcolo decompressioni, pur giudicandoli molto interessanti ed efficaci, perchè ritiene che al momento siano indifendibili. Chi -anche strumentalmente- li dovesse utilizzare contro la Didattica o contro il Professionista che nel fare il Corso o l'accompagnamento fosse incappato in un incidente disbarico (magari per altri motivi, o per la sfortuna delle tristemente famose "PDD inspiegabili"), troverebbe vita facilissima e per il malcapitato professionista (che probabilmente sarebbe pur nel giusto) arriverebbero dolori veri. Attenzione: un conto è fare le discussioni da internet ed un altro è essere in aula di Tribunale. Per procedure d'immersione "strane" (dal punto di vista delle Istituzioni) che alcuni utilizzano è come sparare sulla croce rossa, e non ne esci se non steso.
La scelta degli operatori: che non sia non solo tecnica
Peccato che gli stessi operatori non siano impegnati a sostenere le loro certezze in ambiti esterni ai loro ristretti circuiti, sino agli ambiti istituzionali. Questo è un errore colossale, senza dubbio strategico, che alcuni poi pagano pesantemente quando non dovrebbero. Ed un enorme peccato per tutti: a poco serve la certezza di fare bene se questa non è trasferita alla comunità tutta (non solo subacquea), quindi non -o non solo- tramite i forum ed i propri siti web ma con espressi studi di Istituti neutri e ben riconosciuti nella international scientific community.
L'obiettivo dei professionisti
Il lavoro che svolge una Didattica Soprattutto se Didattica Tecnica, dunque non può che essere nelle direzioni succitate, sintetizzabili in 3 punti: 1) fare avanguardia; 2) comprovare il reale funzionamento delle proprie scelte avanguardistiche e darne applicazioni operative precise; 3) farlo accettare dalla comunità tutta, ovvero difenderlo anche da attacchi giuridici sbagliati. Tutelando i propri Membri che lo applicano, e permettendo di farlo applicare a tutti senza più timore di essere malgiudicati od addirittura perseguiti (responsabilità penale e civile). Questo punto è fondamentale, diversamente il cerchio non è chiuso e resta per chiunque pericolosamente traballante.
La zona grigia: ineliminabile, ma molto meglio gestibile Si dirà: quello spazio di tempo in cui l'avanguardia non è ancora accettata dalle Istituzioni ed entrata ufficialmente "in ruolo", esisterà sempre. Vero, ma deve essere primaria occupazione -e sana preoccupazione- di chi sta promuovendo la ricerca e ne applicherà i risultati, ridurre il più possibile la "zona grigia", sia in termini temporali sia in termini operativi e co-operativi (agire sempre in situazioni controllate in modo compartecipativo con Enti esterni).
Come meglio cogliere gli obiettivi
Facendo divenire la "zona grigia" di cui sopra da "terra di nessuno" a territorio di tutti. Ci sono infatti momenti che dovrebbero essere da ogni operatore considerati topici e generare incontri trasversali, collaborazioni su progetto; il settore ci chiede impegno comune su progetti ad ampio respiro. Le risorse sono, come ben sappiamo, purtroppo estremamente limitate. Frazionarle, disperderle, è un peccato mortale. E' di uno snobismo che non ci possiamo permettere se realmente vogliamo arrivare a qualcosa di importante. I 100 campanili sono stupendi nella loro diversità, ma debbono anche avere alcuni moderni progetti di base condivisi, un tappeto comune e futuristico su cui camminare per andare avanti. Un minimo comune denominatore che identifichi una direzione virtuosa per tutti. A tale proposito, DDE può essere uno degli strumenti nuovi su cui convergere per costruire un nuovo pezzo del settore subacqueo, in questo caso sicuramente volto anche alla ricerca scientifica. www.ddexhibition.org
Siamo a disposizione di chiunque voglia condividere il progetto e l'approccio di ricerca espresso sopra, in ogni modo ritenga più utile.
Cordialissimi saluti e buon lavoro!
Marco Braga. |
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